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domenica 23 ottobre 2011

I GHEIMS SO' ACCANNATI!

E mo' m'avete proprio rottorcazzo!!! Ma proprio furia!!! Non riesco più a tollerare una simile incapacità gestionale! Non sono più disposto a tollerare oltre un simile scempio! Ragion per cui questo blog tornerà ad essere un semplice sito statistico, senza commento alcuno: saranno i risultati a parlare al posto mio.

Non è così che andrebbe gestita una società, bensì l'esatto contrario. Aveva ragione quel commentatore televisivo  quando affermò che non è tollerabile che una squadra di serie B possa prendere tante penalizzazioni, aggiungendo che simili compagini dovrebbero essere estromesse dal campionato, altro che punti di penalizzazioni. Semplicemente: estromissione. Lo odiai, ma aveva ragione. Mi costa tanto dir certe cose, ma quando vedi che il refrain degli ultimi anni è sempre lo stesso, che non si impara nulla dagli sbagli del passato, è sin troppo chiaro che tale compagine societaria ha del marcio dentro. Nel senso che non è in grado di risollevarsi dai problemi, giocoforza si affosserà sempre più. L'Ascoli Calcio è questo. Osservatela bene: non c'è un progetto che sia uno. A fine giugno il settore giovanile è stato completamente smantellato per dar vita ad un nuovo progetto (l'ennesimo). Che, me lo auguro, sarà proprio quello giusto. Ma ci vuole continuità nel progetto, e per averla non si può cambiare idea ad ogni piè sospinto. Ci vuole continuità tra settore giovanile e prima squadra. Credete che ci sia? Non mi sembra. Pensate che -Guarna a parte- in undici giornate di campionato non è stata collezionata neppure un'ora di gioco dai ragazzi provenienti dal settore giovanile. 20' li ha disputati Pasqualini alla sesta giornata di campionato in una gara già persa. Ieri, invece, è stata la volta di Ilari a giocare gli ultimi 25' di un match, anch'esso già perso. Lo scorso anno ci vantavamo di avere una delle squadre più giovani del campionato. Già, ma osserviamo attentamente le stats: i giocatori delle giovanili dell'Ascoli Calcio erano davvero pochi. Nessuno (a parte Giorgi e Guarna) ha mai fatto parte dell'undici titolari, Uliano a parte che ha ricoperto un ruolo di primo rincalzo; salvo poi esser ceduto a luglio per un piatto di lenticchie. Si sono saltuariamente allenati con la prima squadra Capece (2 presenze, 4 panchine e 95' giocati), Margarita (3 presenze, 3 panchine e 69' giocati) e Pasqualini (2 presenze, 2 panchine e 31' giocati). I primi due, sul filo di lana (31 agosto 2011), sono stati ceduti in prestito al Lanciano (Lega Pro), il terzo sta invece marcendo con la prima squadra passando i migliori anni della propria vita in tribuna. Eppure il settore giovanile (Atalanta docet) è il serbatoio principale di una società che non ha eccelse risorse economiche. Dovrebbe essere (in termini di denaro e di energie) l'unica fonte di sostentamento. Ciò non avviene, però. I giovani in squadra ce ne sarebbero pure, ma sono stati presi in prestito da altre società. Allora, mi chiedo, a che gioco sta giocando la società se, pur lamentandosi (a ragione) di non avere le disponibilità economiche, continua ad acquistare giocatori spesso ombra del loro passato, comunque non più dotati delle energie di un tempo (ce ne sono davvero pochi di ultratrentenni che corrono come Dell'Oglio), con ingaggi certamente superiori -e di gran lunga- dei giovani provenienti dal proprio vivaio? Mi verrà risposto: il giovane rischia di bruciarsi anzitempo...
Stronzate, ragazzi! Quelli che si bruciano, evidentemente, non valevano! Quindi è giusto anche così, è anche così che si fortifica la "specie": al giovane va fatto un pieno di fiducia e poi va buttato in campo. Se vale lo dimostrerà, senza ombra di dubbio. Ma va provato! Va considerato, si deve far sì che l'intero ambiente abbia fiducia nei suoi mezzi. Non tollero coloro che, a priori, giudicano inadatto alla categoria un giovane!!! Naturalmente, per far ciò è necessario avere un allenatore che:
1) giochi il calcio
2) sappia infondere fiducia ai propri uomini
3) non guardi il nome, bensì il valore dei giocatori
4) sia in grado di valorizzare i giovani.
Mi rendo conto che non è facile trovare un allenatore simile. 
Nell'Ascoli, invece, a parte la parentesi Giampaolo, due meravigliosi anni in cui l'Ascoli ha giocato veramente il calcio pur non valorizzando tanti giovani, ed il flop di Pane, ci si è sempre affidati ad allenatori di esperienza stipulando con loro contratti di breve durata ma discretamente onerosi (nelle ultime 4 stagioni: Iaconi, Di Costanzo, Chiarenza, Colomba, Pane, Pillon, Gustinetti e Castori). Dunque, l'obiettivo era sempre lo stesso: limitare i danni nella stagione, poi si vedrà. Poi, sempre poi. Sempre e dannatamente poi. Ma poi, quando!?!? Mai un tentativo di creare un ciclo. Mai. Dove può andare una squadra simile? Sicuramente non molto lontano...

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