Il 6 febbraio sarà un giorno molto importante per i tifosi del Picchio. Per tal dì, difatti, è prevista l'asta che assegnerà il titolo sportivo della defunta Ascoli Calcio. Dunque, la città saprà -finalmente- chi acquisirà il nostro Ascoli e si potrà cominciare a lavorare seriamente per il futuro. Il 6 febbraio, perciò, sarà lo spartiacque tra quel che fu (e che non ho voglia neppure di ricordare, perlomeno per ciò che concerne gli ultimi 6 anni. Prima... Prima c'è una vita in bianco e nero che nessun fallimento potrà mai cancellare!) e quel che sarà.
Che sarà?
Che sarà non si sa. Le congetture sono tante, le voci si rincorrono a ritmo vertiginoso. A questo blog le voci non interessano. Non vengono prese in considerazione. Si dà la preferenza alle certezze... E, per ora, l'unica certezza è un comunicato emesso da un portavoce del Dott. Bellini, che recita quanto segue:
"In merito alle numerose indiscrezioni a mezzo stampa, interveniamo per fare chiarezza. In seguito alle ripetute sollecitazioni ricevute, per esclusivo spirito di servizio nei confronti di Ascoli, della sua cittadinanza e per amore del calcio Ascoli e di tutto quello che rappresenta per il territorio, il dottor Francesco Bellini comunica di aver preso realmente in considerazione, negli ultimi giorni, la possibilità di coagulare attorno a sé un ristretto numero di imprenditori cittadini al fine di partecipare all’asta del prossimo 6 febbraio e al conseguente rilancio del calcio ad Ascoli. Affinché questo piano di rilancio abbia luogo è però necessario che tutte le componenti cittadine, a partire da quelle politiche, concedano fin d’ora rassicurazioni sul loro concreto apporto non solo in questi difficili giorni, ma anche in futuro, per tutte quelle tematiche (stadio, sponsorizzazioni, ecc.) che possano consentire di dare continuità a un progetto sportivo all’altezza delle aspettative dei tifosi. Questo è un punto essenziale per dare seguito all’attuale manifestazione d’interesse. Forza Ascoli!".
E' già tanto. Tantissimo. Sintomo che la nostra storia non marcirà nei vetusti ed umidi archivi dei quotidiani nazionali e locali o in qualche categoria minore. La nostra storia continuerà. I nostri sogni tornano ad esser dolci ed a garrire come bandiere bianconere agitate dal vento di tramontana.
Ascolano, sei libero di sognare. Ma non abbassare mai la guardia.
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