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mercoledì 5 marzo 2014

MARCO GIAMPAOLO, LO SBORRO DI ASCOLI

Forse c'è ancora qualcuno, ma -sicuramente- non è un vero tifoso del Picchio, che non sa quante emozioni può evocare un sigaro in bocca... una faccia seria e corrucciata... una voce cavernosa, e comunque di poche parole... Forse qualcuno, che non è un vero tifoso ascolano, non sa cosa evochi il nome di Marco Giampaolo nella nostra mente. Marco è (stato) l'imperatore del calcio ascolano. Il miglior allenatore che l'Ascoli abbia mai avuto. Quando se n'è andato da Ascoli, sapevo che un giorno sarebbe avvenuto (era troppo bravo per poter restare con noi), gli ho augurato ogni bene. E, chissà, mi son detto... La vita è strana; in un punto passano un'infinità di rette, è piuttosto raro che una che sia già passata di lì, ripassi da quelle parti. Però, chissà, quando c'è vero amore, può succeder di tutto. Anche che una retta passi un'altra volta esattamente su quel punto. Perché ha lasciato una scia troppo luminosa. C'erano poche probabilità, ma le sfortunate esperienze calcistiche di Giampaolo - successive a quella magnifica trascorsa nella città turrita - avvicinavano sempre più il tecnico giuliese al Piceno. Questo mi dicevo, di nascosto da tutto e da tutti (avrei preso un'infinità di insulti, e tutti mi avrebbero tacciato di romanticismo estremo ed inguaribile).
In un mondo in cui i calciatori hanno smesso di essere bandiere per abbracciare il Dio-Denaro (che mai potrà sostituire l'amore dei tifosi. Non guardatemi con quella faccia, i soldi sono il mezzo che più allontana dalla felicità), perché non potrebbe esserci una bandiera-allenatore? Chi lo vieta? In fondo, anche Mazzone (secondo solo a Giampaolo) è andato via tante volte da Ascoli, ma sempre qui è tornato! Meglio ancora, guardate Ferguson o Foscarini.
Ecco, mi dicevo, chi mi vieta di sognare? Nessuno può e deve farlo.
Dunque, mi son messo a sognare il ritorno del mio Marco Giampaolo. Sono stati grandi sogni, vere e proprie sborrate. Oh, del resto, sono un tifoso del Picchio di quelli veri, questo blog lo dimostra tutto, e il fatto che Bellini punti a rilanciare la società partendo dal settore giovanile, avvalora la mia tesi. Basta farsi un giro sul mio blog e notare lo spazio che cerco di dare al settore giovanile sin da tempi non sospetti.
Torniamo a bomba. Giusto per raccontare un aneddoto. 
Ultimo anno da allenatore dell'Ascoli di Giampaolo, si disputava il match di campionato Chievo-Ascoli. Il Picchio partì venerdì pomeriggio alla volta di Verona, il sabato mattina avrebbe svolto la rifinitura a Veronello (sul lago di Garda) e la domenica avrebbe disputato il turno di campionato.
Ebbene, il sabato mattina, intorno a mezzogiorno, partii da Padova per andare a vedere l'allenamento di rifinitura del Picchio. Un po' perché era per me di notevole importanza per il mio fine (avevo l'ambizione di allenare una qualche squadra di calcio), un po' per avere la possibilità di conoscere Marco Giampaolo e di stringergli la mano.
Durante il viaggio pensai a mille modi di affrontarlo e di esternargli tutto il mio affetto e la mia stima. Davanti a lui, però, uscì fuori un po' di "braccino" e mi limitai a stringergli la mano, facendogli i complimenti per l'ottimo lavoro svolto.  Così, freddamente.
Fui falso. Avrei voluto abbracciarlo e renderlo partecipe delle emozioni che mi ha donato. Spesso, però, quando le emozioni sono tali e profonde, l'esternazione di un sentimento è piuttosto difficoltosa.
Stetti a Veronello giusto il tempo della rifinitura, poi tornai a Padova. Il giorno dopo andai a Verona a vedere Chievo-Ascoli (1-1).
Ecco cosa rappresenta per me Marco Giampaolo (e, credo, per molti tifosi ascolani).
Stamani mi è arrivato un messaggio da Milano: un mio amico mi diceva, testuale, "scommetto un rosso piceno che sei nel bagno dell'ufficio a farti una pippa col poster di Giampaolo".
Ha solo sbagliato bagno.
Bentornato, Marco!



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